Fondazione Ansaldo da oggi, 5 agosto, chiude al pubblico per le vacanze estive, ma anche in questo periodo vi farà compagnia, non solo con la pubblicazione di nuove #storiedaraccontare, ma anche grazie ad Archimondi e alla pubblicazione di 3 nuovi archivi digitalizzati, da oggi consultabili on-line.

Archivio Castellani Setti

41 pellicole in bianco e nero prodotte tra la fine degli anni ‘20 e l’inizio degli anni ‘30 da Giulio Setti, celebre direttore d'orchestra del Metropolitan Opera House di New York, che durante i suoi viaggi di lavoro immortalò metropoli oltreoceano e città europee come New York, Washington, Verona, Vienna, Zurigo, Norimberga, St. Moritz e Salisburgo e ovviamente Genova.

Archivio Chierici

Oltre 1.000 negativi su lastra di vetro realizzati tra il 1908 e il 1916 da Ludovico Chierici che raccontano la vita familiare, i paesaggi di Genova e dei suoi dintorni, Venezia, Milano e l’Expo del 1914 tenutasi nel capoluogo ligure. A queste si aggiungono i positivi fotografici realizzati tra il 1935 e il 1941 per gli spettacoli andati in scena sul palco del Teatro Carlo Felice di Genova.

House organ Notiziario C

Il Notiziario C. è il giornale di proprietà della famiglia Costa stampato tra il 1961 e il 1974 con lo scopo di facilitare la comunicazione interna all’azienda "Giacomo Costa fu Andrea" e di darle risalto, rendendo protagonisti in egual misura dirigenti e lavoratori, come se facessero parte di un’unica grande famiglia.

Buona estate, buona lettura e... arrivederci a settembre!

archimondi

ARCHIVIO CASTELLANI SETTI
1928 – 1936

Il fondo filmico Castellani Setti è composto da 41 pellicole cinematografiche in 16 e in 10 mm ed è costituito da parte della collezione del prof. Luigi Castellani, marito della signora Laura Setti, nipote di Giulio Setti, celebre direttore d'orchestra che l'impresario Giulio Gatti Casazza volle con sé nel 1908 per dirigere il Metropolitan Opera House di New York. La collaborazione durò sino alla stagione 1935 - 1936; in questi anni Giulio Setti si avvalse dell'aiuto di personaggi del calibro di Arturo Toscanini, Enrico Caruso, Ettore Panizza, Giorgio Polacco e Tullio Serafin.

La maggior parte dei filmati venne girata da Giulio Setti durante i suoi frequenti viaggi di lavoro: numerose sono infatti le riprese delle grandi metropoli oltreoceano dell'epoca, da New York a Washington, a cui si aggiungono molte città europee quali Verona, Vienna, St. Moritz e Salisburgo.

Particolarmente suggestive sono infine le vedute di Genova che restituiscono l'immagine di una città vivace e in pieno sviluppo, ancora molto distante dagli orrori e dalle devastazioni del secondo conflitto mondiale che scoppierà pochi anni dopo.

Sono stati processate e digitalizzate 28 pellicole a cui corrispondono 27 filmati, essendo un filmato suddiviso in due parti. Le pellicole che costituiscono l'Archivio Castellani Setti sono state digitalizzate grazie alla collaborazione con l'Archivio Luce Cinecittà.

Gli abstract presenti su Archimondi sono stati realizzati da Renzo Caraccia, nell'ambito del programma di tirocini formativi Is.For.Coop - Fondazione Ansaldo. Chiunque desideri visionare i filmati integrali può scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

 Montaggio di varie riprese eseguite da Giulio Setti, anni ‘30

ARCHIVIO LUDOVICO MARIA CHIERICI
1908 - 1941

L’Archivio ha una notevole consistenza e può essere diviso in tre serie:

  • il mondo di chierici dall’1908 al 1916 relativo alla vita familiare, scatti di Genova e dintorni e altre città che visitò come Venezia e Milano costituito da circa 880 negativi;
  • l'Esposizione internazionale di marina e igiene marinara di Genova tenutasi a Genova nel 1914 che conta altri 117 negativi;
  • Teatro Carlo Felice quando lavorò come fotografo del teatro genovese dal 1935 al 1941 composto da 32 positivi.

A questi materiali si aggiungono oltre 400 rullini per 18.000 scatti e circa 140 positivi incorniciati non ancora digitalizzati.

Ludovico Maria Chierici nasce a Genova il 7 maggio 1886, tra il 1902 ed il 1904 si collocano le prime esperienze fotografiche di Ludovico, acquisite dallo stesso padre e soprattutto dall’amico di famiglia, Adriano Santamaria. Il giovane fotografo sedicenne si cimenta in riprese di natura: torrenti, boschi animali al pascolo in occasione di gite famigliari nella campagna dell’Ovadese, oppure di periodi di brevi villeggiature nell’entroterra genovese, a Bavari e a Fontanegli. Di questo periodo restano solo delle stampe formato 8x11 montate su cartoncini sagomati di vario formato su cui apponeva il suo logo, l’anno della foto e, sul retro la località e la firma.

Nel 1908 Ludovico fa il grande passo acquistando una fotocamera Verascope Jules Richard, apparecchio stereoscopico a lastre, formato 45x107 mm, e a partire dal 1908 si dedica a fotografare la famiglia, gli amici e colleghi di lavoro, assumendo il ruolo di “fotografo di famiglia” che continuerà con maggior vigore quando arrivano anche i primi nipotini.

Nello stesso tempo perfeziona l’arte fotografica grazie al suo collega, amico e maestro, Adriano Santamaria, potendo anche usufruire del suo laboratorio fotografico casalingo. In compagnia con il “signor Santamaria”, si dedica a fotografare e documentare Genova nelle sue vie e piazze, monumenti e vari avvenimenti cittadini. Ma non trascura di ritrarre e documentare i luoghi dell’entroterra della Val Bisagno, dove con la madre Rita, i fratelli, e con gli amici, trascorrono momenti di svago e vacanza. Di tali soggiorni restano le immagini di vita quotidiana, degli svaghi e avvenimenti stagionali più importanti: le castagnate, la festa della pentolaccia, la partita a bocce, il lavoro al ricamo delle signore, le passeggiate con il cane.

Non mancano però anche le gite a Creto, Montoggio, Molini di Voltaggio, sia d’inverno che d’estate. Le sequenze di alcune gite invernali, con alcuni amici, vestiti di tutto punto con abiti da città, sulla neve con sci di legno assumono l’aria di vere e proprie “imprese” eroiche messe ancor più in evidenza dalle “didascalie” che Ludovico pone di suo pugno sul catalogo a completarne la storia.

Il bagaglio di fotografie, che ci ha lasciato di tale periodo (1908-1916) su lastre verascope, è notevole, e la sua attitudine alla precisione e ordine ci ha permesso ancora oggi di poter godere di queste immagini, così sapientemente catalogate e descritte.

Nel 1914 Genova diventa teatro di un grandissimo evento: l'Esposizione Internazionale di Marina, Igiene Marinara, Mostra Coloniale Italiana, che si svolse da maggio a dicembre. È l’occasione per esprimere maggiormente le sue capacità fotografiche e così, a 28 anni, è protagonista di un vero e proprio reportage fotografico sull’evento che comprende 125 scatti.

Nel 1932 Ludovico conobbe e divenne amico dell’Ing. Ippolito Cattaneo di Genova, importante fabbricante e rappresentante di apparecchiature fotografiche e cinematografiche fin dai primi anni del secolo; grazie a tale frequentazione fu tra i primi a poter provare e usare la Leica, la Leitz Camera; dopo i primi test e prove ne fu entusiasta e si mise a provare e usare le varie possibilità e strumenti del Sistema Leica, esperienza che gli permise di diventare presto un valido riferimento nella pratica fotografica con tale fotocamera; non se ne separerà più per tutta la vita, tramandando tale affezione ai figli e nipoti.

I risultati dell’apprendimento della tecnica e delle possibilità della Leica e delle sue ottiche furono messe ben presto alla prova e Ludovico nell’arco di sette anni dal 1935 al 1941, congiunse le sue due passioni, la musica e la fotografia. In tale periodo fu messo nella condizione ottimale, di scattare, sempre a titolo amatoriale, delle fotografie al Teatro Carlo Felice di Genova durante le rappresentazioni delle opere liriche. Potendosi spostare liberamente dai palchi alla platea, utilizzando un apparecchio Leica IIIa corredato di sole ottiche di grande luminosità, senza uso di luce artificiale, documentò le varie stagioni liriche ottenendo sorprendenti risultati.

Nei primi anni del dopoguerra, Ludovico si dedica alla riorganizzazione e rinascita della Associazione Fotografica Ligure – AFL di cui ne fu socio e attivo membro fin dalla fondazione, avvenuta nel lontano 1928, con l’amico Antonio Campostano (di cui la Fondazione conserva non solo le fotografie, ma anche l’intero laboratorio fotografico con tutti i pezzi originali).

Con l’arrivo dei primi nipotini, i figli del primogenito Enrico, a partire dal 1941 e via via degli altri due figli, Edoardo e Paolo, la sua dedizione nell’opera di documentazione della vita famigliare si accentuò maggiormente. Per gli anni a venire, come prima aveva fatto anche con il cinematografo, fin dal 1924, con l’occhio dietro ad una cinepresa 9,5 mm, non c’era avvenimento o ricorrenza della famiglia, o con gli amici, in cui Ludovico fa la sua comparsa con la Leica al collo.

“Il nonno Ludovico era sempre perfettamente abbigliato in giacca, con il panciotto e la lobbia, sia a teatro, come in gita al mare o in montagna; sempre con il suo fedele cravattino, raramente in maniche di camicia”.

Ritratto di Ludovico Maria Chierici

 Ritratto di Ludovico Maria Chierici

NOTIZIARIO "C"
1961 - 1974

 Il Notiziario C. è il giornale di proprietà della famiglia Costa, registrato presso il Tribunale di Genova il 17 febbraio del 1961. Fondato dalla "Giacomo Costa fu Andrea", stampato presso la tipografia “Grafica Bi-Esse” a Genova, aveva lo scopo di facilitare la comunicazione nell’ambito dell’azienda marittima, quindi come bollettino aziendale a carattere interno. Fin dalla presentazione del primo numero non si escludeva la possibilità di estendere le informazioni anche sugli altri settori dell’attività della famiglia Costa. Il principale campo d’interesse del giornale fu comunque l’ambito navale.

L’obiettivo del Notiziario C. era creare un organo d’informazione che desse risalto all’azienda, rendendo protagonisti in egual misura dirigenti e lavoratori, come se facessero parte di un’unica grande famiglia. Il giornale, infatti, era inviato a tutti i dipendenti, con cadenza bimestrale, portando notizie varie di loro interesse: aziendali, tecniche, culturali, ricreative, assistenziali, sui problemi dell’orientamento professionale e l’educazione dei figli. Ciò che era interessante era la richiesta di partecipazione da parte dei lettori, caldeggiando una collaborazione con articoli, domande e suggerimenti.

Il direttore responsabile fu Flavio Magnarin che guidò l’house-organ dalla prima all’ultima pubblicazione, dall’inizio del 1961 al dicembre del 1974. 14 anni di vita, per un periodico che ha segnato la storia della grande compagnia di navigazione genovese.

La schedatura e la digitalizzazione del presente materiale è stata possibile grazie alla collaborazione di Matilde Sanguineti nell'ambito del programma di tirocini curriculari dell'Università degli Studi di Genova.

Notiziario C n 1 1961

 Notiziario "C", n. 1, 1961

mario gordesco

Tutto è pronto ad Arcola per le celebrazioni del centenario della morte del pilota arcolano Mario Gordesco: tutte le autorità civili e militari si ritroveranno venerdì 15 luglio alle ore 9.30 nel piazzale antistante la Pieve dei Santi Stefano e Margherita a Baccano, per procedere a piedi verso il cimitero nel quale riposa il pilota, qui verrà scoperta una targa commemorativa presso la cappella nella quale è sepolto. A seguire tutti sono invitati presso la Sala Pentagona nel Centro storico di Arcola per l’inaugurazione delle due mostre a lui dedicate, curate rispettivamente dall’Asssociazione aeronautica Ladispoli Cerveteri e dall’ufficio cultura del comune di Arcola. All’interno della sala sarà allestito uno spazio interamente dedicato alla prima guerra mondiale, a cura di Antonio Cannas del piccolo museo della Grande Guerra.

Ferrarin e Masiero durante il raid aereo Roma Tokyo 1920

Ferrarin e Masiero durante il raid aereo Roma - Tokyo 1920

All’evento saranno presenti autorità militari del 17° stormo dell’aeroporto di Furbara (intitolato a Mario Gordesco), della base aeronautica di Cadimare e di Luni Mare, delle associazioni aeronautica di Ladispoli e della Spezia e una rappresentanza della Fondazione Ansaldo di Genova che ha provveduto al restauro di uno dei velivoli che avevano partecipato al raid Roma - Tokyo, nel quale, il 13 maggio del 1920, il pilota arcolano perse la vita. Uno spirito avventuroso e intraprendente, divenuto negli anni uno degli assi dell’aviazione italiana, un vero e proprio pioniere del volo acrobatico e promotore dell’istituzione di una scuola per piloti da caccia, della quale diventerà comandante alla fine del mese di marzo del 1918 nell’aeroporto di Furbara (comune di Cerveteri). Nonostante la fama e il successo, non perse lo spirito generoso, allegro e incline allo scherzo e il legame con la sua terra natia. Durante una premiazione in Grecia, con l’originalità che lo aveva sempre contraddistinto disse: «Dovrei rispondere in francese ma Voi Signori capite l’italiano e quindi vi parlo come so: in arcolano.»

celebrazioni per i centenario della scomparsa del capitano mario ugo gordesco

logo fiumara         logo fondazione Ansaldo

Dopo vent’anni dall’apertura il Centro Commerciale rende omaggio alla storia industriale del sito con le immagini della Fototeca di Fondazione Ansaldo

Grazie alla collaborazione con Fondazione Ansaldo e al contributo di Andrea Facco, artista locale che ha rivisitato alcune fotografie storiche, viene rievocato il passato del sito industriale attraverso un percorso digitale che sottolinea il forte legame di Fiumara con la città e con i genovesi

 Fiumara Pop allestimento 5 web

 

Sono passati 20 anni da quando Fiumara, il primo Centro Commerciale di Genova, apriva le sue porte ai cittadini. Un momento importante per quello che, allora, era stato definito fra i più innovativi progetti di riqualificazione urbana in Europa: Fiumara nasce nell’area dell’ex sito industriale Ansaldo che ha caratterizzato lo sviluppo della città e della sua economia fin dalla metà del XIX secolo.  Proprio per questa occasione la Direzione del Centro Commerciale e Divertimenti ha voluto rafforzare il legame con il territorio attraverso un progetto di forte valore storico e, al contempo, di attenzione all’innovazione.

Sono state selezionate alcune fotografie storiche provenienti dall’archivio Ansaldo, uno tra gli oltre 100 custoditi da Fondazione Ansaldo, che, riprodotte in formato gigante e reinterpretate in stile “pop”, sono state poste in alcune aree della galleria. Un omaggio al passato di questi spazi, agli anni in cui le fabbriche Ansaldo erano il cuore industriale di Genova e dell’Italia, e un modo per diffondere la conoscenza della nostra storia comune attraverso linguaggi nuovi e alternativi.

Il Direttore di Fiumara Salvatore Cezza commenta così l’iniziativa: “A 20 anni dall’inaugurazione del centro commerciale vogliamo festeggiare questa ricorrenza celebrando le nostre origini con uno sguardo rivolto al futuro: una visione “pop” che da sempre caratterizza il nostro impegno quotidiano, essere vicini ai nostri clienti interpretando i bisogni e le tendenze”. E aggiunge: “Ringraziamo la Fondazione Ansaldo che ha accolto con entusiasmo il nostro progetto, condividendo la volontà di raccontare alle nuove generazioni la storia di Fiumara e di mantenere aperto il legame con il nostro territorio”.

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“L’iniziativa del Centro Commerciale Fiumara ci ha davvero gratificato offrendoci l’opportunità di raccontare la memoria di un territorio” – dichiara Lorenzo Fiori, direttore di Fondazione Ansaldo“in particolare dell’area dove sorge il Centro Commerciale che è stata a suo tempo protagonista di gran parte dello sviluppo industriale nazionale, di molte innovazioni e conquiste e di altrettante trasformazioni avvenute nel mondo dell’impresa e del lavoro. La reinterpretazione delle fotografie storiche è a suo modo significativa di quanto la memoria disvelata in chiave “pop” possa essere rivisitata in una prospettiva senza tempo, dove la persona e il lavoro rimangono sempre centrali nello sviluppo sociale, economico e urbanistico.”  E aggiunge: “Fondazione Ansaldo da molti anni è impegnata nella digitalizzazione del proprio patrimonio archivistico, nella convinzione che i nuovi strumenti tecnologici siano fondamentali per la comunicazione della cultura d’impresa e per la valorizzazione dei documenti stessi”.

In quest’ottica a completare l’installazione delle gigantografie vi è un percorso interno al Centro Commerciale: una vera e propria digital experience con totem che, attraverso la scansione di un QRcode, mostrano una gallery fotografica con diverse vedute di Fiumara nella storia e consentono di aprire una “finestra” da posizionare in alcuni punti dello spazio circostante da cui sarà possibile confrontate la galleria attuale della Fiumara con quella storica dello stabilimento Ansaldo.

“Coniugare antico e moderno in queste immagini è stato indubbiamente stimolante”- dichiara Andrea Facco, artista genovese - “E stato necessario lavorare con un approccio che non snaturasse le immagini d'epoca fornendo il giusto approccio "pop" più moderno con un fotoritocco che non fosse la classica ricolorazione delle foto d'epoca. La scelta dei colori si è quindi basata sul voler esaltare alcuni elementi specifici nelle scene quali figure umane e alcuni macchinari e fornendo sfumature di colore che esaltassero l'antica struttura architettonica della Fiumara per consentire a facilitare un confronto visivo tra il passato e il moderno”.

L’iniziativa offre a tutti la possibilità di sostenere Fondazione Ansaldo nella sua preziosa opera di riscoperta e di tutela della memoria storica, acquistando i gadget personalizzati (mug, notes, telo mare, shopping bag) e gli NFT a edizione limitata in vendita su FiumaraApp – la nuova app gratuita di Fiumara. Gli NFT - Non Fungible Token, sono beni digitali che le persone possono acquistare e vendere tramite la blockchain, dove ne viene registrata anche la proprietà. Il bene “token” è unico e non può essere sostituito con un altro anche identico. Fiumara sarà il primo centro commerciale in Italia coinvolto in un progetto di NFT.

Fiumara Pop allestimento web

3 memo festival monfalcone

Fondazione Ansaldo ha preso parte al Memo Festival tenutosi a Monfalcone tra il 22 e il 26 giugno, organizzato dal Comune di Monfalcone insieme a Consorzio Culturale Del MonfalconeseEcomuseo Territori. Genti e memorie tra Carso e Isonzo e Museo della Cantieristica.

Il Festival arriva alla sua terza edizione con un ricco palinsesto di iniziative, eventi e appuntamenti per valorizzare la filosofia industriale e l’identità lavorativa del territorio. I 5 giorni di attività e incontri sono stati aperti con l’inaugurazione della mostra fotografica di Fabio Gubellini “Un’estate fa”, alle 19.30 al MuCa – Museo della Cantieristica di Monfalcone.

La mostra è realizzata nell’ambito di Cacciatori di memorie, il progetto di raccolta di documenti, pubblicazioni, diari, lettere, testimonianze audio o videoregistrate, vecchi filmati amatoriali, oggetti e fotografie che da oltre quarant’anni alimenta l’Archivio della Memoria del CCM. Un’estate fa è un viaggio nel passato, un racconto di luoghi dimenticati e propone una presa di coscienza dello stato di conservazione delle principali colonie estive, un tempo meta di vacanza, ricordo di un passato attraverso cui valorizzare questo importante patrimonio architettonico, con la speranza che possa essere riqualificato e destinato a quelle attività ludiche e ricreative per le quali le colonie erano state originariamente concepite.

Claudia Cerioli al Memo festival monfalcone

E sulle colonie estive è incentrato l’intervento della dott.ssa Claudia Cerioli, responsabile Archivi storici e servizi bibliotecari di Fondazione Ansaldo per la conferenza Le grandi aziende italiane ed il welfare aziendale per le famiglie dei dipendenti. Sono di seguito intervenuti: Davide Maffei, Segretario Ass. Edoardo Gellner Architetto; Massimo Bottini, consigliere nazionale AIPAI; Danilo Craveia, Direttore Archivio Gruppo Ermenegildo Zegna, moderati da Edino Valcovich.

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Teatro: dal latino theatrum che a sua volta trova origine dalla parola greca ϑέατρον che indica l’edificio in cui si guarda, si è spettatori – derivante dal tema greco ϑεάομαι (guardare, essere spettatore).

Nel nome stesso di questo luogo vi è un’intrinseca dualità che va ad unire gli attori, intesi come coloro che prendono parte attiva a una vicenda, come un’assemblea, un’orazione, una commedia o un dramma, agli spettatori, ossia coloro che osservano ciò che sta accadendo al centro della scena.

Senza l’unione delle due parti il teatro non può essere.

L’immenso lavoro del Teatro Nazionale di Genova dunque non significa solo portare in scena spettacoli, in un’armoniosa alternanza di drammaturgia contemporanea, grandi classici, drammi e commedie, ma consiste nel portare anche il pubblico in sala… o sotto le stelle, come sta accadendo in questi giorni nel parco dell’Acquasola di Genova.

teatro stabile genova stagione 2022

Genova per noi…

Da queste tre parole, diventate famosissime grazie alla canzone di Paolo Conte, parte il racconto di quella che sarà la stagione del Teatro Nazionale di Genova 2022 – 2023.

Un ricco programma fatto da 71 spettacoli, di cui 17 produzioni interne e 6 facenti parti di uno speciale progetto produttivo che si terrà a maggio 2023, porterà sui palchi genovesi una serie di artiste e artisti, talenti emergenti e acclamati protagonisti della scena come Milo Rau, Elisabetta Pozzi, Laura Marinoni, Claudio Bisio, Remo Girone, Laura Curino, Emma Dante, Pippo Delbono, Valerio Binasco, Giorgina Pi, Tullio Solenghi, Andrée Ruth Shammah, Linda Gennari, Paolo Fresu, Milvia Marigliano, Fabrizio Gifuni, Sax Nicosia, Concita De Gregorio, solo per fare qualche nome. E una molteplicità di voci che vanno da Eschilo a David Foster Wallace, da Shakespeare a Stefano Massini, da Dacia Maraini a Kae Tempest, da Pirandello a Marius von Mayenburg, da Friedrich Schiller a Melania Mazzucco.

In questa rassegna fittissima, che prevede sui cartelloni titoli quali Maria Stuarda, Lady Macbeth, Agamennone, Thom Pain, Lady Grey, Lemnos, Il cacciatore di nazisti, Cyrano de Bergerac, Sei personaggi in cerca di autore, I maneggi per maritare una figlia, Così è (se vi pare), il mercante di Venezia, Otello, La tempesta, Sogno di una notte di mezza estate, Riccardo III e una corposa tranche della XVIII edizione del Festival dell’Eccellenza al Femminile, troviamo anche I mille del ponte tratto dall’omonimo libro pubblicato da Fondazione Ansaldo nel luglio 2020.

teatro stabile genova stagione 2022

Durante la presentazione della nuova stagione sul palco ci sono i ragazzi della Scuola di Recitazione Mariangela Melato del Teatro Nazionale di Genova, in un turbinio di colori sui toni dell’arancione. La loro presenza è significativa dell’impegno che il Teatro porta avanti da sempre nella formazione di giovani talenti, “svolgendo così anche una funzione pubblica, contribuendo attivamente al miglioramento della qualità della vita della città e dei suoi cittadini. Il valore di un Teatro è nel suo essere un bene comune che, attraverso la pratica della bellezza, rende più vivibile un territorio”Davide Livermore, Direttore del Teatro.

“La Scuola garantisce un adeguato processo di crescita e consapevolezza. L’offerta formativa, destinata ad aprirsi sempre più al contesto internazionale, è la base per la crescita futura del Teatro, a Genova come in tutta Italia. Solo una formazione attorale qualificata, articolata, selettiva può garantire un livello artistico alto e adeguato, capace di favorire altresì la preparazione e il livello di ricezione del pubblico. Dalla Scuola può nascere il nucleo interpretativo capace di garantire il confronto con il Repertorio, in allestimenti che restano sistematicamente in cartellone e nella disponibilità del Teatro di Genova.”

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E nella Scuola del Teatro Nazionale di Genova si sono formati Marco Taddei e Aleph Viola, rispettivamente autore e regista dello spettacolo Via della Maddalena, in scena in questi giorni al Parco dell’Acquasola.

Sul palco Elsa Bossi, Sebastiano Bronzato, Federico Gatti, Paolo Li Volsi, Aldo Ottobrino, Deniz Özdoğan, Carolina Rapillo, Roberto Serpi, Marco Taddei e Irene Villa danno voce agli abitanti della caratteristica via del centro storico di Genova, raccontando quella che è la vita di tutti i giorni, tra difficoltà e desiderio di “emergere”, rassegnazione e sostegno, egoismo e amore.

Le vite dei personaggi affiorano attraverso la storia di un farmacista che, dopo la morte della moglie, si trasferisce nella via della sua infanzia assieme alla figlia adolescente. Una Genova multiculturale, microcosmo di storie e passioni, rappresentata con un particolare gioco scenico: due videocamere e una parete trasparente mostrano da diverse angolazioni i personaggi che si muovono su un palcoscenico “ponte”, situato in mezzo al pubblico che va ad abbracciare e racchiudere i personaggi, così come gli edifici circondano e proteggono gli stretti vicoli di Genova. Ecco che qui ritorna il dualismo attore-spettatore, l’unione di due opposti che dà vita a storie infinite.

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