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Se nella Grande Guerra già compaiono molte innovazioni tecnologiche, a livello di prototipo, è solo nel secondo conflitto mondiale che esse conquistano enorme importanza. Si sa: l’Italia entra in guerra, impreparata; affrettata è la maniera con cui l’industria italiana si indirizza verso la produzione bellica. Assieme alla riflessione sulle carenze di direzione politica ed organizzativa, sul piano economico ne servono altre che riguardano: la capacità dell’apparato produttivo di sostenere uno sforzo massiccio e prolungato; le pretese egemoniche tedesche; l’importanza primaria del lavoro femminile. Da tutto ciò, ecco la difesa delle macchine utensili, la deportazione operaia in Germania, la resistenza antifascista in fabbrica.
Avvalendosi di fotografie e filmati d’epoca, ne parlano:
Federico Romeo Presidente del Municipio V Valpolcevera
Donatella Alfonso Giornalista, Autrice del libro “Ci chiamavano libertà”
Domenico Braccialarghe Direttore della Fondazione Ansaldo
Modera Giancarlo Muià Comitato Scientifico Casa Resistenza
giovedì 9 maggio 2019, ore 17 nella Casa della Resistenza Valpolcevera
(Via Pastorino 8, Ge-Bolzaneto)
Fondazione Ansaldo
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