28 marzo
L’Umanesimo industriale nell’Italia d’Otto-Novecento
Libreria Feltrinelli - Genova
Lunedì 28 marzo 2022
Libreria Feltrinelli - Genova
Lunedì 28 marzo 2022
Fondazione Ansaldo ha presentato presso la libreria Feltrinelli di Genova l’opera di Eligio Imarisio L’Umanesimo industriale nell’Italia d’Otto-Novecento, edita da Erga edizioni.
Dopo i saluti istituzionali del direttore della Fondazione, ne hanno dibattuto, moderati dalla Responsabile Archivi della Fondazione, l’autore con Umberto Risso presidente di Confindustria Genova, Marco Doria professore ordinario di Storia Economica - Università degli Studi di Genova e Agostino Petrillo professore associato di sociologia dell'ambiente e del territorio del Politecnico di Milano.
Genova, 28 marzo – Quello dell’Umanesimo Industriale è un tema che Fondazione Ansaldo intende rilanciare, puntando sul grande potere dell’homo faber che è alla base del saper fare italico di cui la Fondazione custodisce molta memoria. Un potere che si è esplicitato prepotentemente attraverso la prima e la seconda delle rivoluzioni industriali, quando una società prevalentemente agricolo/rurale – artigianale/commerciale si trasformò in un contesto dove tecnologie e macchine accompagnarono il primo impressionante sviluppo economico. Questa trasformazione determinò anche quei cambiamenti socio-antropologici che ancora oggi sono in continuo divenire. La fabbrica, allora, diventa il cuore pulsante attorno al quale si sviluppano nuovi modelli di socialità e urbanistica, alimentati dai flussi di uomini e donne che abbandonano i contesti rurali e da nuove forme di sviluppo economico che aprono a nuovi orizzonti, opportunità e ambizioni.
Da allora molto è ancora cambiato, la fabbrica ha perso quella centralità nello sviluppo socio-antropologico e urbanistico, sostituita proprio dalla città che ha assunto invece il ruolo di centro gravitazionale a 360°. Globalizzazione e tecnologie informatico-digitali stanno oggi imprimendo un nuovo continuo cambiamento all’interno del quale nascono nuove opportunità, si aprono nuovi orizzonti e prendono forma nuovi modelli di socialità, dove le cosiddette comunità integrano la presenza fisica sempre più con quella in rete, diventando sempre più “liquide”.
Il tema dell’Umanesimo Industriale rimane invece il tema di sempre: portare al centro l’impresa e il lavoratore con le rispettive peculiarità, conoscenze, origini e storie. Ripercorrere il passato attraverso due secoli (l’800 e il ‘900), focalizzandosi sui due aspetti distintivi della prima grande trasformazione socio-antropologica quali la fabbrica e la città, può essere di aiuto a riflettere sul cambiamento in atto, e soprattutto su quello prossimo venturo che attraverseremo con sempre maggior velocità, per cogliere il “mirabile” riducendo il rischio di incorrere nel “terribile”. In questo vasto ambito, Fondazione Ansaldo non è soltanto Archivio d’Impresa ma, soprattutto, “Fabbrica della Memoria”, dalla quale provengono le numerose fotografie e i quattro filmati (visionabili attraverso il proprio smartphone o tablet grazie ad appositi QR Code) presenti nel volume.
Per la ricchezza delle fonti bibliografiche, per il corpus iconografico e l’approccio multidisciplinare quest’opera è davvero un archivio unico, contributo rilevante alla storiografia moderna.
L’umanesimo industriale nell’Italia d’Otto-Novecento è un’opera poderosa che traccia, in Italia con parallelismi (e ricerche) in mezza Europa, la storia della fabbrica e delle città sviluppatesi intorno ad essa. Il volume è diviso in due parti. La prima parte riguarda La Fabbrica Italiana nella società e nelle arti otto-novecentesche, dall’origine al declino (particolarmente dalla vigilia dell’Unità nazionale al termine della Grande Guerra): una vasta parabola della vita entro i perimetri aziendali incentrata sulle nozioni di fabbrica e immagine della fabbrica nel contesto socio-economico del tempo. La seconda parte di questo libro ha titolo Città mirabile, città terribile. Le classi sociali e le vite quotidiane nell’urbanesimo italiano dei secoli XIX-XX: qui l’autore estende il suo sguardo dall’universo-fabbrica all’universo-città, la città mirabile affiancata e contrapposta alla città terribile, ovvero l’essere e l’agire di classi, gruppi, ceti in condizioni diversificate.
L’opera parte dal presupposto che bisogna conoscere i fatti, cercare testimonianze e verificare fonti possibilmente coeve, entrare in rapporto empatico, penetrare in chi o in cosa si investiga e coglierne la vita, l’essenza. Per riuscire in tutto ciò all’autore pare necessario, nella fattispecie, compiere un excursus sulla situazione preunitaria (campagna-città, territorio-ambiente, borghesi-proletari, ecc.) massimamente tramite testi e raffigurazioni d’epoca, di un Paese in cui l’insediamento industriale genera grossi mutamenti, nuove competenze e diversificate ineguaglianze. Dopo, affrontare il grande tema dello sviluppo industriale in Italia (le infrastrutture, i cicli produttivi, l’idea del lavoro), entro il quale agiscono le organizzazioni di categoria che palesano pure la capacità imprenditoriale e la valentia operaia. La fabbrica e la macchina stanno al centro di una strategia dell’accumulazione economica inscindibile, durante il periodo in esame, da una cultura d’impresa basata sulla potenzialità della tecnologia, connessa a sua volta al progresso della scienza. E le innovazioni in fabbrica poi, hanno riverberi sulle trasformazioni nella società.
Ad uno studio siffatto, seguono le risultanze di specifici, inevitabili interrogativi: cosa accade nel medesimo contesto fuori di quel perimetro, intessuto di vita quotidiana: individuale e sociale, inoperosa e lavorativa, privata e pubblica, femminile e maschile? In quanti e in quali tipi si articola l’esistenza umana nella città principalmente italiana, conformata dalla civiltà industriale d’Otto-Novecento, complicazioni o semplificazioni annesse? Nella città, infatti, con l’espansione delle infrastrutture viarie che facilitano il movimento delle persone e delle merci, un pubblico moderno prende a considerare i propri interessi e il proprio futuro in maniera più vasta, ben oltre la cinta urbana. La crescente domanda di carta stampata alimenta curiosità e desideri prima sconosciuti, complice altresì l’evoluzione del sistema bancario che permette l’offerta di servizi vari a una clientela meno abbiente. Le rapide trasformazioni tecnologiche e sociali costringono al cambiamento le scansioni e le certezze della vita quotidiana, le relazioni interpersonali in città (la storia della psicologia, ad esempio, ha corso dalla seconda metà d’Ottocento). Cambiano le funzioni, le obbligazioni, i significati medesimi dello Stato: un poco di tutto ciò inizia a essere incluso dai cittadini nel novero di nuovi diritti in ambito democratico.
Si tratta insomma di un’interpretazione del “mondo che fu”, fortificata con numerosi contributi coevi: pittorici, giornalistici, fotografici. I primi descritti e specularmente opposti alle immagini fotografiche (sono settanta, le fotografie d’epoca qui riprodotte), gli altri proposti integralmente entro un composito caleidoscopio di vita trascorsa.
Eligio Imarisio
L’Umanesimo industriale nell’Italia d’Otto-Novecento
Erga edizioni – Fondazione Ansaldo
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Formato: cm. 16,5 x 23,5 - Brossura con alette
Pagine: 1270, illustrato in b/n, QR Code con Video
Prezzo: 35 Euro
Eligio Imarisio, accademico di merito dell’Accademia Ligustica di Belle Arti in Genova con Master SDA Bocconi Il marketing e la comunicazione per lo spettacolo, è scrittore e giornalista. La cultura artistico-letteraria della società otto-novecentesca impronta i suoi libri permettendo al lettore di conoscere aspetti e avvenimenti del passato così come accadono e, pertanto, di ricostruire la cronaca attraverso la storia.
Conoscitore attento del mondo industriale, ha pubblicato vari saggi prevalentemente sulla cultura artistico-letteraria del secondo Ottocento e del primo Novecento, fra cui: La cultura discussa. Intellettualità e proletariato nell’Italia tra Otto e Novecento (Milano, 1988); Sulle ragioni del fare artistico. Teorie, realtà, utopie dell’arte nella società italiana del secondo Ottocento (Roma, 1992); Donna, poi artista. Identità e presenza tra Otto e Novecento (Milano, 1996); Il Caffè del Libero Pensiero. Discussioni d’etica e d’estetica (Napoli, 1998); La Fabbrica Italiana nella società e nelle arti otto-novecentesche (Genova, 2018).
Ha realizzato molti eventi, fra cui: La Cultura della Fabbrica. Capacità ingegneristica e valentia operaia nell’etica del lavoro, 1880-1980 (mostra e catalogo a Genova, 2006); “Achtung! Banditi!” Parole per Film, volume e film rimasterizzato, con le collaborazioni di Carlo Lizzani e Giuliano Montaldo (a Genova, 2008); “Cronache di poveri amanti”. Pagine di Celluloide, volume e film, ancora con i due registi (a Firenze, 2010), La parabola del neorealismo nelle “Cronache di poveri amanti” di Carlo Lizzani (Roma, 2014), presso la “Sala Trevi” del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Fondazione Ansaldo-Gruppo Leonardo è un ente che opera da oltre 40 anni nel recupero, tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-culturale rappresentato dai fondi archivistici, fotografici e filmici rappresentativi di memorie imprenditoriali, industriali, tecnologiche e comunicative, in particolare di quelle aziende che hanno operato sul territorio ligure. Il patrimonio della Fondazione rappresenta una memoria storica collettiva di valore nazionale, vasta e preziosa. Abbraccia una fascia temporale che parte dalla metà dell’Ottocento e arriva fino ai primi anni Duemila. Numericamente conta oltre 100 fondi archivistici tra propri o affidati da terzi, raccogliendo materiali documentali, fotografici e filmici oltre ad alcuni cimeli e manufatti d’epoca per oltre 60.000 unità archivistiche, più di 800.000 immagini e circa 5.300 filmati in originale, nonché 300 ore di registrazioni di fonti orali.
Erga edizioni nasce nel 1950 col nome “Le tre caravelle” e diventa “Erga” nel 1964. Sin dalla sua fondazione ha scelto di essere distribuita a livello nazionale. Ad oggi ha pubblicato oltre 2500 titoli. Collabora con Enti, Associazioni e Università in tutta Italia. Ha sviluppato con la start-up Vesepia i libri interattivi e polisensoriali, che permettono tramite una APP di fruire di realtà aumentata e di immagini e video 3D.
Fondazione Ansaldo
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