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22 settembre

In ricordo del Capitano Piero Calamai

di Eugenio Giannini

La scalinata di Boccadasse è stata intitolata il 26 luglio 2021 a Piero Calamai, Comandante dell’Andrea Doria, quale compimento di un percorso di riconosciuta serenità, ancorché postuma dopo un lungo doloroso silenzio. Ancora oggi, dopo 65 anni, si dibatte sulla sua responsabilità nel naufragio del bel transatlantico.

Piero Calamai non è stato un uomo qualsiasi. Eugenio Giannini, terzo ufficiale del Transatlantico in quella fatidica notte del 25 luglio 1956, sempre giovane nello spirito ma sofferente nel ricordo, non ha dubbi: difende senza sé e senza ma il suo Comandante, ne onora la memoria e il suo comportamento da leader, non voleva abbandonare la nave: lo costrinsero.

Non è compito della Fondazione così come dello storico, stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Riportare fonti, rilevare testimonianze o dati, ecco, uno tra i compiti della Fondazione Ansaldo. Non possiamo esimerci, quindi, dal riportare la testimonianza scritta di Giannini. Un ricordo vivo, carico di emozioni, oramai lontano nel tempo ma che è invece ancora oggi così vicino.

 Piero Calamai
Piero Calamai a bordo dell’Andrea Doria

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Padova, 10 settembre 2021

Egregio Dott. Fiori,

le invio un breve ricordo del Comandante dell’Andrea Doria, il Capitano superiore di Lungo Corso, Piero Calamai; il mio Comandante.
Dire di quel grande uomo che fu Piero Calamai nel breve spazio di una pagina dattiloscritta è stata cosa ardua a compiere. Ho fatto del mio meglio e spero di esserci riuscito.
Allego un dépliant a fumetti, da me eseguito in ricordo della tragica vicenda.

                                    Cordiali saluti

    firma

RICORDO DI PIERO CALAMAI – IL COMANDANTE DELL’ANDREA DORIA

Quando si parla o si scrive dell’Andrea Doria o del suo Comandante, il Capitano superiore di Lungo Corso Piero Calamai, qualcuno che ha qualcosa da dire e da ridire, si trova sempre.  Accade spesso che, coloro che parlano o scrivono dell’Andrea Doria o del suo Comandante, lo fanno senza cognizioni di causa. Purtroppo così va il mondo!

Piero Calamai aveva un modo di fare, un comportamento calmo e sereno. Non ho mai sentito il Comandante Calamai alzare la voce. Aveva fiducia nei suoi ufficiali ma, in particolari, difficili condizioni di navigazione, il suo senso della responsabilità era altissimo. Anche in caso di nebbia non delegava il comandante in seconda ma sopraintendeva personalmente alla navigazione senza interferire nei confronti dell’ufficiale capoguardia ma dandogli il conforto della sua presenza sul ponte di comando. Anche la sera della tragedia, quando montai di guardia alle 20.00, lo trovai sul ponte di comando; in disparte, consumava una cena frugale e allorché, verso le 22.00, il Comandante in seconda Osvaldo Magagnini si offrì di sostituirlo, rifiutò, gentilmente, ma rifiutò.

Anche dal punto di vista umano, Piero Calamai, era un uomo eccezionale; una volta mi ha chiesto notizie delle mie origini e della mia famiglia; nessun’altro comandante l’ha fatto.

Piero Calamai era stato anche un uomo coraggioso, sia in tempo di guerra che di pace, le sue mostrine ne attestavano la carriera ed il coraggio. In gioventù aveva salvato, gettandosi in mare, un uomo che stava per annegare.

Che dire ancora di Piero Calamai? Ero di guardia, accanto a lui, sull’aletta di dritta del ponte di comando dell’Andrea Doria, quella fatale notte del 25/26 luglio 1956 quando la Stockholm ci puntò la prua contro e ci speronò, provocando l’affondamento della sua splendida nave: l’Andra Doria.

Lo ricordo ancora, le braccia allargate sul corrimano dell’aletta di dritta, per sorreggersi. Sembrava voler respingere la Stockholm con la forza della disperazione. Purtroppo non ci riuscì.

Questo è stato Piero Calamai: un uomo eccezionale. Un grande comandante. Il mio Comandante.

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