4 maggio
Ansaldo: un racconto fotografico attraverso la stampa analogica
di Valentina Mangino
di Valentina Mangino
Dai tirocini formativi, offerti da Fondazione Ansaldo, stanno nascendo sempre più progetti di tesi di laurea, non solo in ambito storico-culturale, ma anche in campo artistico. È questo il caso di Valentina Mangino, neolaureata del corso magistrale di Progettazione Artistica per l’Impresa, indirizzo Fotografia, presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova.
Ha svolto il suo tirocinio curriculare in Fondazione nella primavera-estate 2022, occupandosi della inventariazione, schedatura e digitalizzazione di alcuni materiali appartenenti all’Archivio Zoncada. In seguito a questa esperienza ha deciso di realizzare la sua tesi partendo dal patrimonio fotografico della Fondazione, unendo la stampa analogica alle nuove tecniche digitali per raccontare la storia delle maestranze operaie.
Lavorazione nello Stabilimento Artiglierie di Cornigliano, 1917
Mi chiamo Valentina Mangino e mi sono appena laureata in Progettazione Artistica per l’Impresa, indirizzo Fotografia, presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova. Ho deciso di svolgere il mio tirocinio curriculare presso Fondazione Ansaldo, che ho conosciuto tramite i social e il sito web, dove ho potuto scoprire la sua proposta formativa, in collaborazione con diverse università. Ho iniziato il mio tirocinio formativo nella primavera del 2022, occupandomi della digitalizzazione di alcuni materiali provenienti dall’Archivio Zoncada, come fotografie raffiguranti gli interni navali progettati dall’architetto e designer Nino Zoncada. Essendo un mondo nuovo per me all'inizio ho faticato ad apprendere le mansioni e i compiti dell’archivista, soprattutto per quanto riguarda le segnature e la terminologia specifica, ma grazie alla guida di Claudia Cerioli, Responsabile degli Archivi storici della Fondazione e tutor aziendale, ho potuto imparare un vero e proprio mestiere e superare le mie difficoltà date dall’inesperienza.
In seguito al lavoro di inventariazione, digitalizzazione e pubblicazione on-line dei materiali trattati svolto nei mesi di tirocinio, ho voluto realizzare la mia tesi di laurea con il contributo della Fondazione, partendo dal suo patrimonio archivistico, in particolar modo quello fotografico. L’idea è nata seguendo una visita guidata per le scuole in Fondazione. Sono rimasta affascinata in particolar modo dalla parte di visita dove veniva mostrato il processo di stampa a contatto partendo da un negativo di vetro di inizio Novecento. Da qui mi sono interessata al mondo della stampa analogica.
Ho incentrato la mia tesi sulla storia delle maestranze operaie impiegate all’interno degli stabilimenti Ansaldo: l’Elettrotecnico, situato a Cornigliano, e il Meccanico, che sorgeva negli spazzi oggi occupati dal centro commerciale Fiumara, a Sampierdarena. Per la ricerca delle fonti storiche ho utilizzato la piattaforma "Fotografia e Industria”, presente e consultabile on-line sul sito della Fondazione, dove ho scelto una decina di fotografie raffiguranti le maestranze operaie risalenti agli anni che vanno dal 1920 fino agli inizi degli anni ‘50. Ho avuto accesso ai negativi originali grazie a Pietro Repetto, il Responsabile della Fototeca e della Cineteca di Fondazione Ansaldo, il quale mi ha seguita e supportata nel processo di stampa.
Ho voluto raccontare il lavoro delle maestranze operaie attraverso l’uso della stampa analogica, applicando i procedimenti ad annerimento diretto, in particolar modo utilizzando la carta salata. Il processo di stampa inizia con la preparazione della carta, utilizzando bagni ai Sali d’argento, una volta pronta si inserisce la lastra all’interno di un torchietto di legno, disposta a contatto con il vetro del torchietto, ricoperta da un foglio di acetato trasparente (che funge da protezione per la lastra), al quale poi si va a sovrapporre la carta precedentemente salata. Una volta chiuso il torchietto si procede con l’esposizione alla luce solare. In questo modo la carta si andrà a scurire laddove vi sono trasparenze nel negativo di vetro, ottenendo così la fotografia stampata in positivo. In mancanza di luce solare ho utilizzato un bromografo: il procedimento iniziale è lo stesso del torchietto, ma a differenza di quest’ultimo tutti i lati sono oscurati, e su uno di essi, all’interno, sono posizionate delle luci specifiche che vanno a sostituire i raggi del sole nel processo di annerimento.
Infine, ho deciso di unire l’analogico al digitale, scansionando le stampe ottenute, per creare un vero e proprio album fotografico destinato alla fruizione del pubblico, dando vita ad un’unione tra l’antico e il moderno.
Questa esperienza, oltre a essere stata un modo di sperimentare due tecniche di stampa di inizio Novecento e approfondire ricerche sulla fotografia analogica, è stata anche un modo per entrare nell’affascinante mondo degli archivi, che mi piacerebbe scoprire sempre di più.
Fondazione Ansaldo
Villa Cattaneo dell’Olmo, Corso F.M. Perrone 118, 16152, Genova, Italia
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