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5 marzo

Fotografia e costruzione del marchio

di Pietro Repetto

Le ormai ben note vicende legate all’impetuosa crescita e al consolidamento di Ansaldo come uno dei centri generativi dell’Italia industriale, sono legate ad una precoce e lungimirante considerazione riservata dai Perrone alla comunicazione delle proprie imprese produttive e alla creazione di un marchio, inteso non solo come efficace ed immediata trasposizione grafica dei caratteri dell’azienda ma anche come costruzione della sua presenza nella coscienza collettiva ligure e nazionale a partire dall’inizio del XX secolo.

I fabbri di guerra, come vengono definiti i Perrone da Gabriele D’annunzio in una fotografia autografata regalata loro al ritorno dalla trasvolata di Vienna con un aeroplano SVA, comprendono tra i primi come, per consolidare il posizionamento commerciale di Ansaldo, sia indispensabile andare oltre la documentazione tecnica che testimoni la qualità del prodotto e puntare ambiziosamente ad un vasto programma iconografico che sostenga una vera e propria epica industriale tratteggiata a colpi di enormi prue che si insinuano tra le casette operaie, infernali bagliori di metalli fusi che verificano nere sagome operaie, sbuffanti locomotive che mordono le rotaie con muscoli d’acciaio. Non è un caso che Ferdinando Maria Perrone, ancor prima di ottenere il controllo di Ansaldo, fosse già il proprietario del Secolo XIX, ad ulteriore testimonianza della consapevolezza della centralità dell’informazione.

La fotografia è chiamata in causa come mezzo privilegiato per costruire l’immagine dell’azienda e proprio per questo motivo ci si affida a professionisti tra i più affermati in città. I più conosciuti sono i fratelli Gigi e Carlo Sciutto, figli e prosecutori dell’opera di Giovanni Battista Sciutto, principe dei fotografi genovesi e iniziatore della cinematografia in città con la prima proiezione del 24 marzo 1897 presso la Sala Sivori di Salita Santa Caterina. Si tratta di una delle maggiori dinastie di fotografi di Genova della cui attività, già attestata da alcune fonti a partire dal 1855, si ha notizia certa a partire dal 1862. Gli Sciutto danno vita, nel corso di mezzo secolo ad una vera e propria impresa fotografica, promotrice di innovazioni tecniche e stilistiche che ne determinano il successo e la posizione di rilievo nel panorama della cultura fotografica ligure. Sono numerosi gli scatti presenti nella fototeca di Fondazione Ansaldo a loro attribuiti. Esempi significativi dell’eccezionalità delle lavorazioni messe a disposizione dagli Sciutto sono le stampe positive su carta baritata di grandissimo formato affisse nei saloni di Villa Cattaneo dell’Olmo, sede di Fondazione Ansaldo.

 Archivio Perrone 046172 Lavorazioni nelle Fonderie e Acciaierie di Cornigliano 1907

Lavorazioni nelle Fonderie e Acciaierie di Cornigliano, Archivio Perrone, 1907

Nel vivace mondo della fotografia genovese si muovono, accanto a professionisti come gli Sciutto, numerose figure di amatori che raggiungono una maturità stilistica e tecnica di assoluto rilievo. Solo per citare fotografi rappresentati nelle collezioni di Fondazione Ansaldo: Antonio Campostano, Ludovico Maria Chierici, Arturo Frixione e soprattutto Alfredo Ornano, a cui Mario e Pio Perrone affidano nel 1916 lo sviluppo del laboratorio fotografico Ansaldo, aperto nei primi anni del Novecento presso i cantieri navali di Sestri Ponente, ma mai all’altezza dell’alto compito che da esso ci si aspettava. Egli incarna la figura del fotografo estroso e immaginifico di cui avevano bisogno i Perrone: non solo immagini che mostrino la produzione, ma immagini che suggeriscano la grandiosità, la singolarità, l’eccezionalità di ciò che avviene e si produce nelle officine Ansaldo.

Ornano, nato a La Spezia nel 1880, si trasferisce a Genova nel 1901 dove frequenta l’Accademia Ligustica di Belle Arti e dove inizia a segnalarsi come fotografo di talento. Partecipa a numerosi concorsi fotografici ottenendo riconoscimenti unanimi. Sperimenta il procedimento della gomma bicromatata, in uso tra i seguaci del pittoricismo, un orientamento stilistico della fotografia che, a partire dall’ultimo ventennio dell’Ottocento, vuole promuovere la dignità artistica della fotografia, accentuando nella composizione e nelle scelte tecniche gli aspetti interpretativi ed esteticamente più sorprendenti.  La fitta corrispondenza tra Pio Perrone ed Alfredo Ornano fotografa le febbrili attività del laboratorio. Ornano snocciola cifre (fino a 130 scatti al giorno, siamo negli anni della Prima guerra mondiale, la produzione e gli occupati raggiungono l’apice dell’ultracentenaria storia di Ansaldo) e Perrone dettaglia le sue richieste con particolari sulla composizione delle immagini e sull’impatto che devono suscitare nell’osservatore. I modelli citati fanno riferimento alle fotografie commissionate dall’azienda bellica francese Schneider. Ornano risponde egregiamente al compito sul piano estetico, esprimendo nella composizione degli scatti la suggestione epica desiderata dai Perrone, ma anche sul piano tecnico-economico, suggerendo sempre nuove soluzioni tese a conservare l’alta qualità pur affiancando alla tradizionale stampa fotografica ai sali d’argento la più economica stampa fotomeccanica.  

Ottenute autorizzazione e finanziamenti, Ornano amplia il laboratorio e allestisce una linea per la stampa in foto-collografia, la qual soluzione permetterà di tirare un maggior numero di copie giornaliere per soddisfare la richiesta di album esemplificativi che proveniva dalla capillare rete di rappresentanti dell’azienda in tutto il mondo e l’aggressiva politica promozionale voluta da Pio e Mario Perrone. Questa significativa esperienza di Ornano dura solo 3 anni. Nel 1919 egli propone ai Perrone di rilevare il laboratorio e spostarlo nei locali dell’azienda in via Luccoli, nella città vecchia. Lì potrà condurre la professione di fotografo in proprio, soddisfacendo al contempo le richieste provenienti da Ansaldo, a cui praticherà prezzi di favore.  Si tratta di un periodo molto ridotto ma nonostante la brevità, molto significativo per lo studio della nascita e dello sviluppo del concetto di marchio, inteso come immagine generale dell’azienda presso investitori, acquirenti di prodotti, società nel suo insieme, e delle forme che la sua costruzione ha avuto negli anni in cui la grande industria raggiungeva in Italia quella centralità e capacità di cambiare il tessuto sociale del paese che aveva già raggiunto nel corso dell’Ottocento nelle nazioni più avanzate d’Europa.

 Archivio Perrone 027107 Reparto media artiglieria dello Stabilimento Artiglierie di Cornigliano 1917

Reparto media artiglieria dello Stabilimento Artiglierie di Cornigliano, Archivio Perrone, 1917