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8 giugno

Energia Nucleare: tra passato e futuro

di Lorenzo Fiori e Davide Trabucco
con un ringraziamento all’ing. Roberto Adinolfi – Presidente di Ansaldo Nucleare

 

8-9 novembre 1987. L’Italia ha detto “no” all’utilizzo dell’energia atomica. C’è chi esulta per lo scampato pericolo; Chernobyl, in particolare, è un ricordo doloroso e troppo recente per poter rischiare. C’è chi invece attacca e accusa; è un’occasione sprecata, una preoccupazione immotivata considerando oltretutto la presenza di centrali nucleari a un passo dal confine italiano, in Francia e in Svizzera.

Una questione chiusa? Oggi si è tornati a parlare di nucleare. L’Italia importa gran parte delle energie non rinnovabili; il nucleare potrebbe garantire una maggiore indipendenza energetica, come i vicini transalpini? Inoltre, considerando l’importanza della transizione ecologica e di un futuro che tende sempre di più verso energie pulite e rinnovabili, come conciliare le nuove aspirazioni del nucleare? È possibile parlare di un “nucleare green?”

 Fondo Ansaldo centrale nucleare di Cernavoda anni 80 del XX sec

Fondo Ansaldo - Centrale nucleare di Cernavoda, anni '80 del XX sec.

Occorre innanzitutto partire dal presente. La guerra russo-ucraina sta esprimendo con drammaticità la necessità di un ripensamento della politica energetica nazionale. Le sanzioni inoculate al gigante russo, oltre a danneggiare Mosca, hanno un peso specifico per i paesi più esposti all’import delle materie prime e delle energie non rinnovabili dall’Est Europa. Indubbiamente l’Italia è uno dei paesi più “scoperti”. Basti pensare che il Belpaese ha un fabbisogno energetico di ca. 1800 TW/h (terawatt l’ora), di cui per l’80 % sono energie primarie non rinnovabili. Quali sono queste energie? Per il 40 % gas, peri il 35 % petrolio, per il 5% carbone. Fin qui tutto chiaro, ma da dove provengono queste risorse? Prendiamo di riferimento il gas che è fonte principale di produzione di energia per il nostro paese; la Russia fornisce il 41 % del 40 % totale di gas, provocando una dipendenza da Mosca del 16,4 % del totale. Un’enormità.

Senza entrare in merito alla guerra che si sta combattendo, ma quale soluzione si può intravedere a livello energetico, considerando le sanzioni che sono state comminate al Cremlino? L’Italia sta provando a intavolare trattative con alcuni paesi fornitori del prezioso combustibile, in primis l’Algeria. Inoltre, si sta parlando di una massiccia transizione verso le energie rinnovabili tra cui eolico e solare-fotovoltaico. Il nucleare dove si colloca in mezzo al dibattito sull’energia? È possibile, oltretutto, rinunciare alle energie non rinnovabili e convertire totalmente l’approvvigionamento energetico in così poco tempo?

Ovviamente non è possibile parlare di transizione ecologica dall’oggi al domani. Occorre tempo e alla luce dell’emergenza odierna, la cui fine non è pronosticabile, è troppo tardi per rimediare ad errori che si sarebbero potuti evitare qualche decennio fa. Tra questi errori rientra il nucleare.

I polemisti potrebbero intervenire ed esclamare: “Ma come si può associare il nucleare all’ambiente, con gli effetti nocivi della radioattività e il difficoltoso smaltimento delle scorie? Come si può parlare di tutela del pianeta quando si aumentano i rischi di effetti dannosi in casa propria?”

 Fondazione Ansaldo Centrale elettronucleare di Cernavoda Romania 2009

Archivio Ansaldo - Ansaldo Meccanico Nucleare - pagina interna, 1971

Oggi il nucleare ha non solo aumentato il suo grado di sicurezza e la sua efficacia a livello produttivo, ma può offrire anche un deciso contributo alla sostenibilità complessiva della produzione di energia. Nel dibattito a difesa dell’ambiente e del pianeta si parla dell’impatto negativo della CO₂, derivante dal consumo delle energie non rinnovabili; come si colloca il nucleare? Il carbone genera 820 g di CO₂/KWh, il gas naturale 490 g, il solare-fotovoltaico 48 g e il nucleare con l’eolico appena 12 g.

L’energia nucleare quindi dimostrerebbe di essere, malgrado l’ostilità di una parte della società e del mondo intellettuale, una delle risorse più sostenibili. E per quanto riguarda le scorie? C’è un dato interessante riguardo la produzione di rifiuti nucleari nell’UE, stimata in ca. 40000 m³ radioattivi/anno. Quelli a breve durata, cioè con basso livello di radiazione, costituiscono l’80 %. Le scorie a lunga durata rappresentano quindi una quantità limitata, destinata a diminuire ulteriormente in futuro grazie ai reattori di nuova generazione. In cosa consistono? Oggi buona parte degli impianti in UE sono di 2°-3°generazione; producono metà dell’energia elettrica europea carbon-free e si basano sul raffreddamento ad acqua. Un reattore ad acqua sfrutta solo qualche percento del materiale fissile impiegato, mentre nei nuovi si genera più di quanto si brucia. Tramite irraggiamento di neutroni si possono trasformare i rifiuti a lunga vita (decine di migliaia di anni) in nuclei che decadono in max centinaia di anni, riducendo del 90% i rifiuti difficili da smaltire. Grazie ai nuovi impianti si potrà produrre oltre all’energia elettrica (la Francia ad esempio produce il 70 % della sua energia elettrica grazie alle centrali nucleari), calore industriale e idrogeno.

Ma non è tutto. Le reazioni attuali sono di fissione; un nucleo di uranio o plutonio si spacca in frammenti ad alta radioattività. Per il futuro si sta incrementando la ricerca sulla fusione nucleare, con vantaggi molto interessanti. Non ci saranno limiti di disponibilità di materie prime e ciò darà un’altissima affidabilità energetica, senza contare che il prodotto finale della fusione rispetto alla fissione è l’elio. Si potranno così ridurre drasticamente le scorie.

L’energia nucleare può essere quindi l’energia del futuro al pari delle rinnovabili? Urge una riflessione, considerando che l’Italia importa una consistente quantità di energia elettrica, e nei paesi europei a noi attigui si sta seriamente programmando la realizzazione di nuovi impianti.

Fondazione Ansaldo può fornire, tramite i suoi archivi e la sua biblioteca, una serie di spunti e approfondimenti sullo spinoso tema del nucleare. In particolare la Fondazione conserva il Fondo Barabaschi, con la documentazione appartenente a Sergio Barabaschi, presidente di Ansaldo Ricerche, laureato in fisica, esperto di elettronica e di tecnologie nucleari, membro di prestigiose istituzioni internazionali. Barabaschi è autore di numerose pubblicazioni scientifiche sull'analisi dei sistemi, i controlli automatici e impianti per l'energia, ha svolto attività di ricerca sui calcolatori elettronici, i sistemi di teleoperazione e le tecnologie nucleari. Nella documentazione conservata, vi si ritrovano in buona parte studi sul nucleare, con materiale che riguarda, ad esempio, l’Ansaldo, il CNEN (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) e il progetto Ignitor, progetto italiano per la realizzazione di un reattore nucleare a fusione.

Documentarsi è possibile. Anche se gli argomenti scientifici sul nucleare sono in parte complessi, il futuro dell’energia in Italia è una questione che ci riguarda tutti. Attenuare le dipendenze dall’import, ragionare su risorse sostenibili, realizzabili in autonomia, è il primo passo per una vera indipendenza energetica. Non parliamo di argomenti superflui o di secondaria importanza. La guerra russo-ucraina deve accelerare il dibattito sull’energia, un dibattito che dopo tanti anni di non decisioni o di decisioni miopi, possa permettere di guardare lontano.

 Fondazione Ansaldo Archivio Ansaldo Ansaldo Meccanico Nucleare

Fondo Ansaldo - Centrale elettronucleare di Cernavoda - 2009