#Storiedaraccontare
Templi Adelina
Dal resoconto del primo viaggio alle Indie a bordo del brigantino a palo Adelina, 1877 – 1878
[Birmania, città di Bassein, oggi Pathein]
Per salire alla pagoda si corre sotto ad una bella e lunga galleria di legno assai ben lavorata, ed ascendendo poi su per una scala pure coperta, si arriva alla spianata.
In fondo alla scala stanno disposte in fila tutte le babbucce dei fedeli, perché, come anche nelle moschee turche, è sacrilego calpestare con le suole quel sacro suolo di Boda.
La grande cupola massiccia metà bianca e metà dorata termina in una punta coperta da una larga corona di piccoli sonagli che tintinnano ad ogni lieve oscillazione prodotta dal vento.
Intorno alla pagoda ed in molte piccole nicchie in materiale sono contenuti gli idoli minori, nel mentre che le grandi cappelle di legno di teak racchiudono le statue degli dei principali.
Nella più grande cappella che è al di là della cupola vi è la grande statua di Brama.
Sta il potente Dio seduto con le gambe incrociate, assopito, freddo, impassibile.
E’ tutto dorato, ha il viso nero, le orecchie lunghissime come le hanno tutti gli altri idoli, ed una fascia che un tempo doveva essere tempestata di gemme attorno al corpo.
Salve, o Nume, che nella solitudine della pagoda imperi sulla natura, salve ai tuoi misteriosi miti.
Se un tempo alla pagoda subentrerà la chiesa, a te subentrerà il Cristo, tu, quieto, ritornerai nella solitudine delle selve a riprendere il tuo interrotto sonno, calmo per avere per tanti secoli guidate le menti ed i popoli asiatici.
Molti altri idoli minori rappresentanti dei e dee ma tutti fra loro somiglianti sono dintorno al gran Brama.
Quattro obelischi o bandiere della chiesa indiana s’innalzano ai quattro canti principali. Questi simboli consistono in un grande palo innalzato, tutto ornato, dipinto, che termina in una corona di campanelli od in un mostro mentre che dalla cima si parte un sottile e lungo pennello di seta rigonfiato.
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