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RINA: una storia lunga 160 anni
di Roberto Cazzulo - Segretario Generale Registro Italiano Navale
Il 1861 è una data che tutti conosciamo: è l’anno dell’Unità d’Italia, ma anche quello che vide la nascita del Registro Italiano.
RINA ha una storia lunga 160 anni e oggi è una realtà attiva nei settori Energia, Marine, Certificazione, Infrastrutture e Trasporti e Industria con, in termini di risultati economici attesi, nel 2020 ricavi intorno ai 485 mln di euro, oltre 3.900 risorse e 200 uffici in 70 paesi nel mondo. Capacità di innovazione, competenze e persone sono i punti di forza, grazie a questi, RINA continua ad ampliare la propria offerta di servizi, supportando i Clienti lungo tutta la loro catena del valore.
Il 1861 è un anno che tutti ricordiamo dai tempi della scuola, l’anno successivo all’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Teano quando, dopo numerosissime vicissitudini, si cominciò a intravedere la nascita di quello che diventerà il Regno d’Italia. L’unificazione dell'Italia fu cruciale anche nel settore marittimo, perché permise alla flotta battente bandiera italiana di acquisire importanza, per dimensioni e volume di scambi, nel mondo internazionale.
È in questo contesto che nacque a Genova il “Registro Italiano”, fondato come ente nazionale di diritto privato senza scopo di lucro, su iniziativa dell'Associazione della Mutua Assicurazione Marittima, costituita nel 1857 dai gestori e proprietari di navi (o "azionisti di navi", com’erano chiamati all’epoca), per coprire i rischi relativi a perdite e/o danni allo scafo e al sartiame delle navi a vela. Questa iniziativa riunì una parte significativa degli operatori nazionali del settore (gestori di navi, armatori, capitani, cantieri navali e assicuratori), superando i contrasti legati agli interessi regionali per difendere gli interessi comuni. L'origine del Registro fu legata alla necessità per armatori e assicuratori di nominare un soggetto terzo che valutasse con competenza tecnica la sicurezza delle navi e di conseguenza la loro affidabilità e rischiosità, ai fini di ottenere una riduzione dei premi assicurativi. Il Libro Registro conteneva e tutt’ora contiene le principali caratteristiche di una nave, rappresentata da vari simboli descritti nei regolamenti di classificazione. Regolamenti che, da semplici descrizioni delle caratteristiche del fasciame e delle sartie, sono diventati sempre più complessi, seguendo l’evoluzione della tecnica navale nel corso di questi 160 anni, dalle navi a vela, ai piroscafi a vapore, fino alle attuali navi, che sono un concentrato di tecnologia, secondo forse solo alle stazioni spaziali. Il certificato di classe è il documento comprovante che una nave è stata progettata e costruita in conformità con i regolamenti di classificazione. Per mantenere la sua classe mentre è in servizio, la nave deve essere sottoposta ad ispezioni periodiche (di solito annuali) ed a verifiche più approfondite e dettagliate che avvengono ogni cinque anni. Tali ispezioni diventano sempre più severe con l'invecchiamento delle navi.
Il Registro è stata la terza società di classificazione fondata al mondo, dopo la Register Society, costituita nel 1760 dai clienti di una coffee house londinese, armatori, assicuratori ed agenti marittimi, che nel 1914 divenne il Lloyd's Register of Shipping, ed il Bureau de renseignements pour les assurances maritimes, fondato nel 1828 ad Anversa, che nel 1833 spostò la sua sede a Parigi e divenne il Bureau Veritas. Il Registro, dopo vari cambi di statuto, intesi a rafforzarne il suo ambito nazionale e riconoscerne il carattere di pubblica utilità, nel 1927 divenne il Registro Italiano Navale ed Aeronautico conferendo all'istituto anche il servizio di classificazione degli aeromobili destinati al servizio civile, che perse poco prima della Seconda guerra mondiale, nel 1938, assumendo la dicitura di Registro Italiano Navale, ovvero R.I.NA.
Da questi tre precursori nacquero altre società al mondo con scopi simili, data l’importanza della classificazione delle navi a scopi assicurativi e per la sicurezza della navigazione. Ad esempio, le navi devono avere un bordo libero, visualizzato dalla marca di bordo libero posta sul fasciame esterno, in altre parole la nave deve essere caricata in modo tale che la linea orizzontale dell'occhio di Plimsoll non venga mai immersa. A bordo, inoltre, deve essere presente ed in corso di validità il certificato di bordo libero, rilasciato per conto dello Stato del quale la nave batte bandiera da una società di classificazione (per le navi battenti bandiera italiana allora e sino alla fine del secolo scorso solo dal Registro). Le Amministrazioni di bandiera, riconoscendo l’importanza dei regolamenti di classificazione ai fini della sicurezza, già a quei tempi richiesero alle società di classificazione di uniformare, per quanto possibile, i loro criteri. Nel 1939 il R.I.NA. si prese carico di organizzare a Roma una conferenza internazionale delle società di classificazione, per rispondere a questa richiesta, attraverso la definizione di requisiti comuni. La conferenza ebbe un grande successo e fu interrotta solo dall’inizio del conflitto, tuttavia non si interruppe.
Nel dopoguerra, in conseguenza al rilancio dell'attività marittima e della cantieristica navale, che contribuì al boom economico negli anni ‘50 e ‘60, il R.I.NA. rafforzò la sua organizzazione, sia dal punto di vista amministrativo, attraverso l’apertura di nuovi uffici, o come venivano chiamati allora “ispettorati”, sia dal punto di vista tecnico, con la creazione di un “ufficio studi”, sede delle attività di ricerca e di sviluppo dei regolamenti, a supporto delle attività di classificazione svolte dalla Direzione Generale. Il R.I.NA. riprese anche i contatti con gli altri Registri e, nel 1968, fu uno dei soci fondatori della “International Association of Classification Societies” (IACS), una delle prime associazioni ad ottenere lo stato di NGO nell’ambito della “International Maritime Organisation” (IMO), l’organizzazione dell’ONU che ancora oggi rappresenta lo snodo cruciale dove si sviluppano le normative internazionali sulla sicurezza del trasporto e sulla protezione dell’ambiente marittimo. In ambito IMO è importante segnalare che, in ben due occasioni, alti rappresentanti del R.I.NA., l’allora Direttore Generale, Lorenzo Spinelli, negli anni ‘70, e successivamente il Direttore Tecnico, Giuliano Pattofatto, negli anni ‘90, sono stati eletti Presidenti del “Maritime Safety Committee”, contribuendo allo sviluppo della Convenzione sulla sicurezza della vita umana in mare (SOLAS) e degli innumerevoli codici e regolamenti ad essa associati.
Negli anni ‘90 il R.I.NA. decise di rafforzare notevolmente la sua presenza all'estero, attraverso l'apertura di nuovi uffici, tra cui Londra, Rotterdam e il Pireo in Europa, New York e Miami negli Stati Uniti, Busan, Hong Kong, Shanghai e Singapore in Asia, non solo per servire meglio gli armatori di navi battenti bandiera italiana, ma anche per aprirsi ai mercati internazionali, in particolare quello delle navi passeggeri e da crociera, dove il R.I.NA. vantava e vanta tutt’ora d’essere uno dei leader del settore. Inoltre, il R.I.NA. decise di diversificare le proprie attività, affiancando alla “Marine Division” anche una “Certification and Industrial Services Division”, in cui erano raggruppate le attività di certificazione e di altri servizi tecnici, in generale per quasi tutti i settori l’industria, non solo quella marittima.
Nel 1999 avvenne ufficialmente il passaggio di tutte le attività operative dal Registro Italiano Navale, che divenne allora il socio unico, oggi il socio di maggioranza, a RINA S.p.A., da qui in poi chiamato RINA, società per azioni con sede a Genova. RINA S.p.A e il Registro Italiano Navale sono così, da questo momento, diventate due realtà distinte.
La scelta fu lungimirante. Con l’adozione di una nuova Direttiva, che poi nel corso degli anni divenne un Regolamento cogente, l’Unione Europea ha imposto una liberalizzazione delle attività di classificazione e di certificazione per conto degli Stati membri di bandiera, con un meccanismo di accreditamento degli organismi riconosciuti, tra cui RINA, in un regime di libera competizione. Questo è stato uno scenario nuovo, che RINA ha saputo affrontare, malgrado le innegabili difficoltà iniziali, attraverso un continuo miglioramento dei propri servizi ed estensione, su scala internazionale, con personale esclusivo, dei propri uffici, per soddisfare al meglio le esigenze non solo dei suoi principali clienti tradizionali ma anche di una clientela sempre più ampia, riorganizzandosi internamente per concentrarsi sulle attività a più alto valore aggiunto, all’interno del settore marittimo e di tutti i settori industriali in cui oggi si trova ad operare. Solo per dare un riferimento alla crescita di RINA, se alla fine degli anni ‘90 la flotta classificata era poco più di 10 milioni, oggi supera i 50 milioni di tonnellate di stazza lorda.
Arriviamo dunque al 2003, anno in cui è diventato Amministratore Delegato di RINA S.p.A, oggi Presidente e CEO, Ugo Salerno, il quale ha impresso una notevole crescita al gruppo RINA, in due filoni principali, le attività di classificazione e di certificazione di terza parte da un lato, e le attività di consulenza ingegneristica dall’altro, dando ad entrambe una piena autonomia operativa e tecnica. Nel 2009 è stata costituita RINA Services S.p.A., attribuendo ad essa le autorizzazioni e gli accreditamenti relativi ai servizi di classificazione, certificazione, auditing e collaudo. Un’altra tappa fondamentale fu il 2011, anno di acquisizione di D'Appolonia S.p.A., società che forniva servizi di consulenza ingegneristica, oggi diventata RINA Consulting S.p.A. Nell’ambito di questa società è rientrata l’acquisizione del Centro Sviluppo Materiali (CSM), un’eccellenza in ambito industriale e di innovazione nella produzione ed impiego dei materiali. A queste società se ne sono aggiunte molte altre, che non stiamo qui a elencare, in Italia e soprattutto all’estero.
La crescita è stata anche favorita, nel 2014, dall’ingresso, attraverso un significativo aumento di capitale, di nuovi soci, delle banche e dei fondi di investimento, raggruppati in un consorzio. Al termine di questa crescita, oggi RINA S.p.A. è una holding, che non svolge attività operative, ma puramente compiti di carattere strategico, con sotto di sé due sub-holding, rispettivamente RINA Services S.p.A. e RINA Consulting S.p.A. su cui sono concentrate tutte le attività operative, attraverso più di 150 società nel mondo.
Oggi RINA è attivo nei settori Energia, Marine, Certificazione, Infrastrutture e Trasporti e Industria. Con ricavi netti nel Bilancio consolidato dell’esercizio 2019 pari a 476 milioni di euro, oltre 3.900 risorse e 200 uffici in 70 paesi nel mondo.
Come si può vedere dalle tappe fondamentali della sua storia, RINA è un’azienda che ha sempre scommesso nell’innovazione: una realtà che mette al primo posto la competenza e le persone, e che ha ampliato i propri orizzonti e i propri servizi tanto da poter operare nei settori più diversi e supportare il cliente in tutti gli stadi della catena produttiva, contribuendo allo sviluppo di nuovi standard normativi, con un’attiva partecipazione nei principali consessi nazionali ed internazionali.
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